Da Andrea Scanzi (Il Fatto Quotidiano)

Riporto le parole del grande Nicola Gratteri, intervistato oggi da Marco Travaglio sul Fatto. Personalmente mi limito a dire che la decisione dei giudici di Strasburgo sull’ergastolo ostativo è oscena, schifosa e devastante. Farà danni enormi. Enormi.

”I mafiosi tireranno un bel sospiro di sollievo. É passata l’idea che puoi commettere qualunque crimine, anche il più abietto, poi alla fine esci di galera. Un principio devastante che non possiamo permetterci di accettare: cancellerebbe 150 anni di legislazione antimafia”.

“Quello che questi giudici non capiscono è che un capomafia resta tale per tutta la vita. Anche se è detenuto da decenni, anche se è vecchio e malato, anche se è paralizzato in sedia a rotelle, continua a comandare e a dare ordini muovendo gli occhi. Tanto, mica deve fare le gare di sollevamento pesi. La sua unica forza è l’omertà. L’importante, per i mafiosi, è che non abbia mai detto una parola. Il solo fatto di non aver mai parlato gli vale il rispetto e la perpetuazione del potere nella sua organizzazione”.

“Unito all’isolamento del 41-bis, l’ergastolo ostativo è la garanzia che il boss non uscirà mai e non potrà esercitare il potere. Dunque rimane un capomafia “in sonno”, come i massoni. Se cade questa barriera, crolla tutta la lotta alla mafia. Basta la prospettiva di uscire un giorno o l’altro, anche fra 10 o 15 anni, perché un boss torni a essere un capo a tutti gli effetti”.

“L’ergastolo ostativo, associato al 41-bis, è anche la molla per indurre molti mafiosi a collaborare. Sono essi stessi a confessarcelo. Nessuno, salvo rare eccezioni, si pente per ragioni morali, religiose, ideologiche, né la legge lo chiede. Chi parla lo fa per convenienza. Così crolleranno le collaborazioni”.

“Falcone e Borsellino l’avevano capito, e lo pagarono con la vita. Avevano capito che, per spezzare l’omertà, non c’è che l’ergastolo vero, quello che si chiama “ostativo”, anche se molti gattopardi fingono di dimenticarsene: hanno sempre in bocca Falcone e Borsellino quando gli conviene per farsi belli nelle parate e nei convegni. Ma poi, all’atto pratico, si guardano bene dallo sposarne il progetto intero: ne prendono qualche brandello a scopo autopromozionale. Alle loro morti, tutti i gattopardi si affrettarono ad abbracciarne il cadavere”.

“Questa sentenza piacerà anche a chi in Italia si spaccia per “progressista” e “garantista” per interessi inconfessabili o anche soltanto per seguire la moda. A chi racconta che un sistema legislativo come quello antimafia italiano che rende non conveniente delinquere, non è “progressista”. Ma è retrogrado, è “fascista”. L’antimafia delle parole va bene a tutti. Quella dei fatti, che ti costringe a metterci la faccia e a rischiare, piace a pochi“.

Che tempi di merda che stiamo vivendo.

Articolo di Lorenzo Tosa – Aggressione subita il 15 Settembre a Pontida da Gad Lerner

D’accordo. Ma, mentre parliamo, vi siete chiesti chi è Gad Lerner? Chi è davvero l’uomo che, per due volte in sei mesi, è stato insultato in quanto “ebreo”, in Italia, nel 2019?

Bene.
Gad Lerner è nato a Beirut, in Libano, 65 anni fa, da una famiglia ebraica che si era stabilita in Palestina sin dalla fondazione dello Stato di Israele. Il padre, Moshé, è nato e cresciuto in un kibbutz di Haifa da genitori galiziani originari di Drohobyc (nell’attuale Ucraina, all’epoca parte dell’Impero Austro-ungarico), mentre la madre israeliana è cresciuta in Libano con la famiglia, in un ambiente animato da un ricco mercante turco e dalla figlia di intellettuali lituani. A tre anni Gad si è trasferito con i genitori a Milano, dove per trent’anni è stato apolide in attesa della cittadinanza italiana, che gli viene riconosciuta solo nel 1986. In un uomo solo convivono sangue israeliano e ucraino, natali libanesi, radici ebraiche, cuore palestinese, storia e passaporto italiani, influenze turche e lituane. E fede interista.

Ora, mettetevi nei panni di un bifolco padano e leghista che nella sua vita non ha mai viaggiato più in là della Brianza e per cui l’Europa comincia e finisce a Orio al Serio. E, a un certo punto, il bifolco si trova di fronte uno come Gad Lerner. Il minimo che possa accadere è che gli urli “non sei italiano, sei ebreo”, convinto probabilmente che sia una nazione esotica covo di migranti e terroristi, anche se di preciso non la sa collocare sulla cartina.

Perché, in fondo, prima ancora dello squadrismo e del razzismo, il problema vero oggi in Italia è il baratro culturale in cui sguazzano orgogliosamente milioni di persone votanti che non viaggiano, non conoscono, non si informano, sono istintivamente spaventate da vite, lingue e culture diverse, da quello che non possono vedere e da chiunque non riescono a etichettare. Non hanno paura di Gad ma di quello che rappresenta, della meravigliosa miscela multiculturale che incarna.

Se vogliamo fermare Salvini e la sua propaganda dell’orrore, non combattiamo le urla delle bestie ma il silenzio assordante che le ha generate. E il sovranismo magicamente morirà di inedia e di stenti. Insieme a chi lo ha cavalcato.

 

 

ECCO PERCHE’ SALVINI VINCE (E CONTINUERA’ A VINCERE) di Andrea Scanzi (il Fatto Quotidiano)

Ha dichiarato guerra a Malta e alla Tunisia. Ha avuto tensioni con Spagna e Germania. Si è scontrato di brutto con Parigi. Ha chiuso i porti. Vuole censire i rom. Lo chiamano fascista. Ora, in chiara trance agonistica, a conferma che per lui il protezionismo non riguarda solo l’immigrazione ma pure il commercio, dopo le navi ong se la prende col riso cambogiano, la carne “imbottita dagli ormoni” che arriva dall’area Mercosur (America Meridionale), gli accordi commerciali che riguardano i cereali asiatici e il Ceta tra Canada e Unione Europea. Salvini non sta fermo mai, polarizza i pareri e ruba la scena a tutti. Al Pd, che del resto se la ruba da sola. Al centrodestra, che senza di lui non esiste. E ai 5 Stelle, che hanno più parlamentari di lui ma che vengono sistematicamente messi in ombra dal “collega di contratto”. Più alza il tiro e più Salvini cresce, nei consensi e nei sondaggi. Così come Di Maio non ha sbagliato nulla a ridosso del 4 marzo, lo stesso sta accadendo a Salvini. Il quale, pur avendo quasi tutti i media contro, sta superando la fase d’oro che ebbe Renzi nel 2014. L’ex (?) segretario del Pd era oltremodo più celebrato di Salvini da stampa e tivù, ma avendo molto meno talento e scaltrezza ha dilapidato tutto in pochi anni. Quanto durerà la perenne ascesa di Salvini? Non è dato saperlo. Si possono però indicare alcuni motivi di tale successo.
– La classe dirigente. La Lega è il partito più vecchio in Parlamento e, per questo, Salvini non è solo. E’ il dux indiscusso del partito, ma nel frattempo si sono formati dirigenti e testimonial buoni per i salotti televisivi. Di Maio non ha questa fortuna. Quanto ai renziani, agonizzano anche per la smisurata pochezza del “giglio magico” e derivati.
– La boria di chi lo critica. Più Salvini viene criticato dai Lerner & Boldrini, noti amici del proletariato che hanno reso la sinistra una conventicola anacronistica, elitaria, politicamente gonza e numericamente inesistente, e più il leader della Lega cresce. Un po’ perché è furbo e un po’ perché ad attaccarlo ci sono (anche) quelli che non ne beccano una dal ’56. Ma ancora pontificano.
– Il cinismo e il menefreghismo. La vicenda Parnasi tocca anche la Lega, ma lui fa finta di nulla. Ecco: non è che Salvini faccia finta. E’ che proprio non gliene frega nulla sul serio.
– La supponenza. Salvini piace al suo pubblico (è un pubblico: non un elettorato) anche per quegli spigoli che ripugnano gli Augias & Zucconi. Se lui sfotte il rivale o fa la battutaccia, i suoi si gasano. Se Renzi stava sulle palle anche in virtù della sua immotivatissima arroganza, Salvini funziona anche in virtù della sua arroganza.
– La coerenza. Salvini, ora che è al governo, fa esattamente quel che aveva promesso. E’ uno strano tipo di politico: una sorta di Cazzaro Coerente. Quindi un ossimoro. Quello prima di lui prometteva di essere “più grillino dei grillini”, poi è andato al Governo ed è stato più gattopardo dei gattopardi. Salvini, anche al governo, fa Salvini.
– Il momento storico. Sono gli anni di Orban e Trump. Se Marx nascesse oggi, si suiciderebbe.
– Il rischio. Salvini gioca sempre a poker e vive di rilanci. Al momento vince ogni volta. La sua reale bravura si capirà quando inciamperà. E prima o poi inciamperà.
Potrei andare avanti a lungo, ma la rubrica sta finendo. Così aggiungo solo un ultimo motivo: Salvini vince perché la “sinistra”, quando legge articoli come questo, li scambia non per quel che sono, ovvero analisi imparziali e disilluse (nonché mediamente angosciate), ma per blasfemi attestati di stima. Fenomeni. E intanto Salvini cresce.

(Il Fatto Quotidiano, cartaceo, 19 giugno 2018)

Cominciamo…

Allora,

2 Parole sul sottoscritto, sono responsabile IT, quindi mi sembra evidente che almeno UNA delle mie passioni è quello che sto facendo ora: scrivere pagine Web.

Per il resto… tecnologia e tutto ciò che ne consegue…se ne parlerà più avanti…

Basta, ho parlato anche troppo…per ora…